3. “The Zone of Interest” (trad. it. “La zona d’interesse”)
Nel gradino più basso del podio, ma semplicemente perché si tratta di tre grandissimi film e la differenza è stata fatta dalla base soggettiva dell’esperienza, troviamo “The Zone Of Interest” di Jonathan Glazer. IMDb racconta la trama in questo modo: Auschwitz, il comandante Rudolf Höss e sua moglie Hedwig si sforzano di costruire una vita da sogno per la loro famiglia in una casa e un giardino accanto al campo.
È un film intenso che si avvale di una regia straordinaria e molto particolare (telecamere e microfoni sparsi per una casa e sequenze girate come se in “diretta”, l’uso del fuoricampo molto potente), di performance eccellenti, di un sound design assolutamente impareggiabile e di una fotografia che stabilisce una freddezza più che analitica, concentrata su se stessa e sul rimosso. Una freddezza che può essere definita quasi metafisica dell’umanità come insieme, invece che solo dell’uomo singolo.
Un film che parla anche del nostro presente, in maniera molto interessante, invece che limitandosi a offrire una ricetta, “The zone of interest” è una pellicola davvero molto potente.
Al momento della pubblicazione, il film è ancora nelle sale cinematografiche, ma per vederlo in streaming in futuro, basterà cliccare qui per scoprire dove vederlo: JUSTWATCH. Il trailer invece lo trovate a questo link.
2. “Anatomy of a Fall” (trad. it. “Anatomia di una caduta”)
Sul secondo gradino del podio troviamo “Anatomy of a Fall” di Justine Triet. Si tratta di un film dall’ambiguità mostruosa, dove ogni cosa può essere interpretata come tutto e il contrario di tutto. Le colpe e le responsabilità di ogni evento non sono semplici da decodificare e forse rendono conto solo di quanto una prospettiva unica possa essere limitante e non possa mai rendere conto di ciò che è vero e ciò che non lo è, suggerendo che la verità stessa potrebbe essere un concetto inafferrabile. È un film che non finisce quando si esce dalla sala, ma che torna a casa con lo spettatore.
L’opera di Justine Triet vanta interpretazioni attoriali di livello sublime (anche il cane del film recita da Oscar!), e il caleidoscopio di prospettive è simboleggiato anche nei diversi linguaggi da cui è costituito.
“Anatomy of a Fall” potrebbe essere sintetizzato (facendo quasi un dispetto a un film che rifiuta la sintesi) come un racconto sull’ambiguità e sulla verità. È una pellicola che non ha eguali in quest’anno cinematografico, ispirandosi al grande cinema che non offre prescrizioni, ma invita alla riflessione.
Clicca qui per scoprire dove vederlo: JUSTWATCH. Il trailer invece lo trovate a questo link.
1. “Poor Things” (trad. it. “Povere Creature”)
Ed eccoci arrivati al gradino più alto. Sì, per noi, il miglior film del 2023 è l’opera di Yorgos Lanthimos “Poor Things”. Per conoscere la nostra opinione su questo film, clicca qui per leggere il nostro articolo.
La caratteristica disturbante del film, così come il coraggio della sua messa in scena e della sua componente narrativa, ci permette di non avere dubbi nel conferire il primo posto a questo film. E laddove noi non abbiamo avuto incertezze, sappiamo che molti altri le hanno avute eccome e, in fondo, questo ci rende ancora più convinti della nostra scelta: cosa potrebbe dividere di più e rendere così divergenti le interpretazioni se non un film importante come questo?
Al momento della pubblicazione, il film è ancora nelle sale cinematografiche, ma per vederlo in streaming in futuro, basterà cliccare qui per scoprire dove vederlo: JUSTWATCH. Il trailer invece lo trovate a questo link.
È giunto il momento di fare un breve recap di questa lista che trovete nella prossima pagina.