Matteo Garrone – Io Capitano (2023)
Ne consigliamo la visione?
Assolutamente sì!
Due parole sul film.
Nonostante mostri qualche imperfezione, “Io capitano” riesce a suscitare una forte reazione emotiva negli spettatori.
Certamente, i primi venti minuti sono un po’ stereotipati. È vero, lo studio del tema dei motivi che spingono al “viaggio” – l’immagine dell’Italia e dell’Europa che arriva all’estero – non offre alcuna novità nella lettura. Senza dubbio, offre solo veloci strizzate d’occhio alle “nostre” responsabilità senza affondare il dito nella piaga (nonostante sembri dire che il vero capitano è colui che sulla barca non lascia morire nessuno, a differenza del presunto tale che dalla sedia del suo ufficio di potere, se non altro, non fa nulla per evitare perdite inutili di vite umane in nome di un ritorno elettorale). “Io capitano”, però, malgrado le imperfezioni, è un film a tratti straziante che rischia di spezzare in due chi lo guarda e provoca reazioni quasi fisiche che talvolta si trasformano in pura rabbia.
La performance di Seydou è clamorosa e Garrone, da regista attento, lo riconosce e gli regala lo sguardo della macchina da presa, rendendolo il nuovo centro della sua personale estetica cinematografica.
“Io Capitano” è un film che colpisce e se anche dovesse riuscire a cambiare l’idea di una sola persona dopo averlo visto, sarà comunque un successo.
P.S.: è importante notare che “Io Capitano” resta un film politico, nonostante le considerazioni fatte in precedenza. Infatti, un film è politico non solo quando punta il dito, ma anche quando suscita riflessioni profonde sulle dinamiche sociali e politiche senza necessariamente farlo in modo esplicito.
“Allora, lo guardo o non lo guardo?”
Beh, adesso sai cosa ne pensiamo noi, ma se sei ancora indeciso, dai un’occhiata al trailer per decidere da te se guardarlo o meno.
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