A Tale of Towns & Cities è un progetto che speriamo possa scaldare il cuore in questi tempi. Un invito a non lasciarsi andare e a guardarsi intorno, pure se ciò che al momento vediamo sono solo le mura di casa e l’incertezza negli occhi delle persone.
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Premessa
Un po’ di tempo fa abbiamo girato un cortometraggio documentario che non abbiamo mai condiviso per una serie di motivi [che accenneremo nella seconda parte di questo articolo].
Adesso, viste le circostanze che tutti viviamo, abbiamo creduto che era giunto il momento: è una lettera d’amore ai territori che viviamo, una sorta di promemoria che ci serve a ricordare chi siamo e ciò che di bello c’è intorno a noi, qualcosa che spesso purtroppo annega nel rumore. Speriamo vi possa aiutare in qualche modo.
Ecco il film:
Ian Morrison
Ian Morrison, il protagonista della parte centrale del film è un antiquario che ha un mercato nel paese di Amersham (Regno Unito).
Ian, ogni sabato, impiega ore ad allestire questo mercatino. Fa parte di una categorie di persone che cercano la bellezza delle cose e la mostrano: è un argine contro la tristezza, la paura e la malinconia. È un qualcosa di umano, così come alcuni degli oggetti che si possono trovare sulle sue bancarelle.
Ian è unico, come ognuno di noi, e non è il solo ad offrire questo riparo dal brutto. Ma esattamente come tante altre persone del mondo, anche Ian non può lavorare in questi giorni ed il mercato è stato sospeso.
Questa è un’intervista [con sottotitoli in italiano] che abbiamo girato con lui ed è un segno della nostra speranza che possa tornare presto a riscaldare questo mondo, insieme a tutte le altre persone:
Se questo progetto vi è piaciuto, condividetelo!
Piccola nota necessaria sul film.
Interspace Studios (SITO/ Twitter) è il progetto creativo che condivido con Charlie Souster Dolby. Abbiamo girato questo piccolo divertissement a metà 2019 e non l’abbiamo mai pubblicato per varie ragioni: ad esempio, uno dei motivi sta nel fatto che è stato girato in pochissimo tempo e con pochissimi mezzi – come si può notare in alcuni spezzoni – e questo ci ha sempre frenato un po’.
Ma una delle ragioni maggiori risiede nel fatto che abbiamo provato a contattare l’autore della canzone tramite tutti i canali disponibili online. Purtroppo non abbiamo mai avuto risposta. Ovviamente non vogliamo fare alcuna forma di polemica, anzi, sappiamo che ci sono impegni, motivazioni o anche casi pregressi che hanno fatto decidere all’artista [o al management] di non risponderci.
Noi, però, credevamo e crediamo ancora, che la traccia di Peter Silberman – che affronta un doloroso e personale auto-allontanamento da una città come New York – è la musica perfetta per il tono che volevamo dare al film e per il calore che emana. Specialmente in questi giorni è una musica che culla il film e chi lo guarda e aderisce perfettamente alle immagini [donando anche un controcampo “cittadino” – da qui anche il titolo A Tale of Towns & Cities, insieme al libro di Dickens che abbiamo trovato su uno dei banchi di Ian].
Non abbiamo mai pensato di montare il video usando un’altra traccia, perché per noi questa è sempre stata la prima e più naturale scelta.
Viste tutte le circostanze, abbiamo quindi deciso di forzare un po’ la mano e fare qualcosa che non avremmo mai fatto: abbiamo utilizzato la sua musica senza aver ricevuto una risposta. Chiaramente questo progetto è un progetto non commerciale: noi non ci guadagniamo nulla [e sul video YouTube è automaticamente attivata la monetizzazione con compenso totale all’artista e/o ai detentori del copyright].
Speriamo che l’artista o chi per lui [che tra l’altro è tuttora tra i nostri artisti preferiti e invitiamo tutti ad ascoltare il suo disco Impermanence o i suoi lavori con la band The Antlers] non trovino qualcosa di sbagliato in quello che stiamo facendo, anzi speriamo che in realtà siano in grado di percepire la buona volontà dietro questa forzatura. In ogni caso, qualora dovessero esserci problemi, non avremo esitazioni a togliere il video ed eventualmente rimontarlo in un’altra maniera.
Video interessante fa riflettere sul senso della vita quel senso che manca