William A. Wellman – THE PUBLIC ENEMY (trad. Nemico Pubblico)
- La mise-en-scene è veramente interessante.
- Il ghigno di James Cagney e i suoi gesti.
- Il senso etico dello sguardo: la violenza off-screen.
- Un sottotesto molto interessante nella relazione tra i due “partner”.
- Al di là della valenza storica indubbiamente importante, il film non è invecchiato benissimo.
- La narrazione è forse un tantino troppo veloce e lascia poco tempo allo spettatore di ragionare sulle “scelte” e sulle “conseguenze”, perché non appena avviene qualcosa, siamo già nella prossima scena.
Quindi lo consigliamo?
Sì.
The Public Enemy (trad. Nemico Pubblico) è un film del 1931 che ha una forte valenza storica: infatti, insieme a Little Caesar, diede il via al genere gangster degli anni ’30, che poi sfocerà nel noir a partire dalla fine del decennio.
È un film dalla narrazione piuttosto veloce che si basa su una discreta dose di ellissi. Il “romanzo di formazione” prende la forma di una tragedia del “nascosto”, del non visto. Paradigmatiche da questo punto di vista sono le scene di violenza lasciate al fuori campo – chiaramente dovute anche al contesto dell’epoca e alla volontà di non scioccare ulteriormente un pubblico già turbato dal tema stesso del film (da qui la presenza di cartelli esplicativi ad apertura e chiusura del film intesi per rassicurare riguardo alle posizioni “morali” degli autori) e una censura che aveva già imposto il taglio di alcune sequenze (specie nella versione theatrical).
Si tratta di un film importante nella storia del cinema, dagli elementi sicuramente moderni (e ispiratori di decine di film) ma che è invecchiato non benissimo e, nel contesto attuale del “tutto visto” e mostrato e della violenza (anche reale) “mostrata” come spettacolo, potrebbe non avere la forza di solleticare la tenuta morale dello spettatore anche se, certamente, non per demerito del film stesso.
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Citazione dal film
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